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Firmiani, fu pregata di prestare le sue cure almeno per una parte della giornata. Chiarina dopo di avere riflettuto un po’ appese al suo uscio un cartello col quale avvertiva la sua clientela di non poter trovarsi in bottega dalle dieci alle dodici e dalle cinque alle sette. Non perdette nessuno de’ suoi avventori ed assodò la sua fama di infermiera per modo che non vi fu più in paese malato grave che non richiedesse le sue cure.

In questo cumolo di occupazioni Chiarina trovava pure un sollievo alle segrete pene del cuore. La cara immagine non la abbandonava mai, ma era quasi un rendersi degna di adorarla nei brevi istanti liberi il sacrificio che ella faceva del suo tempo a un ideale di dovere verso il fratello buono e verso se stessa. Dopo una giornata di dedizione agli altri era con una specie di orgoglio che apriva il sacrario dell’anima sua per inginocchiarsi davanti alla sua passione. Le sembrava di averlo meritato quel momento di abbandono al pensiero dominante.

Passarono a questo modo anche la primavera e l’estate. Venne l’autunno, ma dei signori Firmiani non si vide nessuno. Chia-