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Per un pezzo non se ne parlò altro. Chiarina, persuasa del ritorno di Giuseppe, lasciò che si succedessero giorni a giorni, settimane a settimane, tranquilla e senza timore. L’inverno tuttavia finì senza che ella avesse avuto la benchè menoma notizia di Giuseppe e allora fu presa dall’inquietudine per il suo piccolo unico capitale; una inquietudine mista di biasimo, di mortificazione, di dolore, quasi di avvilimento perchè si trattava di suo fratello e l’onta della cattiva azione le faceva salire il rossore al viso. Per tranquillizzarsi ripeteva che egli non avrebbe mancato di renderle i denari, magari tardi, magari quando meno se li sarebbe aspettati.

Ed anche in questo caso Giovanni non diceva nulla nè per appoggiare nè per distruggere la sua speranza. Pensava da filosofo che quel che è stato è stato.

Spesse volte però quando tornava a casa dai suoi giri in biroccio e sedeva sullo sgabello di legno accanto al deschetto che Chiarina ammaniva sopra un cantuccio del banco, gli accadeva di ripetere:

— Se avessi un capitaletto da poter aprire altrove una bottega come mi intendo io! Sono