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con un amico. Solamente alla domenica faceva qualche scappata, ma Chiarina non ebbe mai occasione di parlargli a lungo, nè egli di entrare nella botteguccia.

Sua sorella Maria si era fatta una bella ragazza, bionda, più bionda di lui e più florida, priva di quella espressione di malinconia soffusa che dava tanta serietà alla fisionomia di Enzo. Maria, che tutti ancora chiamavano Mariuccia, prendeva la vita serenamente, attaccata alla gioia, con pochi pensieri e poche occupazioni piacevoli. Ella e il signor Firmiani facevano delle passeggiate, delle visite, lunghe sieste, qualche partita a dama. Con Chiarina era affabile, espansiva. Avrebbe voluto che continuasse a darle del tu: Chiarina esitava, sbagliando spesso, e Mariuccia rideva. Andavano qualche volta insieme a trovare la maestra che era presso a poco dell’età di Chiarina e sedute tutte e tre sotto i pioppi assistevano al tramonto del sole sul lontano orizzonte della pianura.

A queste serate sotto i pioppi capitava, una volta sì ce una volta no, Giovanni. Egli era sempre bene accetto perchè girando nei paesi intorno sapeva raccontare le novità ed