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paffuta biondina, che sarai madre di famiglia tranquilla e soddisfatta; non tu, bimba linfatica dagli occhi lucidi, che prenderai sempre nel mondo tutto quello che trovi, lasciando i sogni ai poeti; nè tu, piccola civetta, che darai i tuoi sorrisi a tutti ed a nessuno il cuore. Forse — ella guardava ora la fanciulletta bruna della testina intelligente — tu forse! Le si avvicinò, abbracciandola stretta stretta: Oh se io fossi tua madre!

La civettina, tenendo per mano il bel ragazzo dal collo alla Richelieu, propose il giuoco dell’ambasciatore. Sei bambini da una parte, sei bambini dall’altra. Avanti i primi:

«È arrivato l’ambasciatore.

«Tam tirum, lirum, lera....

— È un giuoco stupido — disse la brunetta.

— Quando si fa la sposa no — rispose la bimba linfatica.

— Io non la faccio mai la sposa.

La civettina si avanzò trionfante, perchè l’ambasciatore era venuto a prenderla «vestita di raso bianco» con centomila lire di dote.