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stamente dell’ovatta nel corpetto, che ha la pelle profumata dagli aromi sottili rubati alla mamma, che cammina col petto in fuori, colle anche snodate e guarda con insistenza provocatrice il bel ragazzo dalla tunica verde!
Un gruppo di piccini, biondi, colle gambuccie nude, ruzzolano nella terra del cortile e vengono ad abbattersi coi piedi, colle mani, con tutto, sull’abito di Maria, che sorride, gonfio il cuore di una tenerezza triste.
Quella infanzia giuliva così ignara dei mali che la aspettano, accresce la malinconia delle sue riflessioni. Che farà di qui a venti anni il piccolo filosofo dalle brachette aperte che è ora tutto intento ad anatomizzare una formica? — Non spezzerà egli allo stesso modo un povero cuore di donna? Quanto tempo ci vorrà perchè quel grazioso amorino ricciuto diventi un ipocondriaco, nemico di tutto il mondo? E gli ospedali, i manicomi, le carceri non recluteranno forse il loro contingente futuro tra quelle testo-