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la posizione; passò senza osservarlo molto il primo tratto dei bastioni, dove l’orizzonte è ristretto e la città presenta il fianco monotono di molte case aggruppate le une sulle altre, con piccoli giardini incolti a ridosso dei muri. Ma al di là di porta Vittoria il panorama si allarga; i piccoli giardini diventano ortaglie vaste e ben tenute; sorgono le cupole e i campanili delle chiese, fra le quali emerge il Duomo colle sue svelte guglie trinate — e lontano, oltre i tetti bruni delle vecchie case, oltre i tetti rosei delle fabbriche recenti, a nord, una linea ondulata: le Alpi.
In quell’ammasso grandioso di pietre e di tegoli caldamente lumeggiati dal sole, l’occhio di Maria seppe discernere l’ala nera di un palazzo diroccato, sotto l’ombra di un antichissimo cipresso rimasto ritto in mezzo al succedersi di case nuove e di piantagioni moderne, come una sentinella che non abbandona il posto. Maria guardò a lungo, affascinata dalle visioni del