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Ella sentì un palpito alla rista di quel libro, lo prese tremando; era Puschin, uno di quelli che aveva letti in compagnia di Emanuele, uno de’ suoi più simpatici. Lo strinse nelle mani come un amico, e si pose a sfogliarlo febbrilmente, quasi dalle carte ingiallite potessero uscire fresche e vitali le illusioni d’una volta.

Rilesse: «Le procelle delle passioni rinfrescano, rinnovellano, maturano i cuori di vent’anni e fanno loro produrre splendidi fiori e frutti; ma nell’età provetta e infeconda il ravvivamento degli affetti, non genera che doglia e pianto, simili alle piogge d’autunno, che sfrondano i boschi.»

«Felice colui che si alza dal banchetto della vita prima di vedere il fondo del bicchiere.»

E rimase col libro aperto, abbandonato sui ginocchi e sovr’esso gli occhi immobili pieni di lagrime.

Fu bussato all’uscio timidamente.

Maria si alzò. Era la cameriera che veniva a