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calda di passione serpeggiò nella folla; molte testine si agitarono languidamente seguendo il ritmo della musica; le occhiate divennero più profonde; più intensi i rossori delle labbra morsicate dietro i ventagli.
Sofia mormorava piano a Bandini:
— Com’è bello! — e la sua manina, sotto il guanto di pelle bigia, premette la mano del giovane, così, come per caso; restando per qualche minuto ferma sulla mano di lui.
Il concerto terminò colla composizione originale di un nuovo maestro; una rapsodia violenta che scosse dalle membra gentili il torpore della seduta, tra il chiudersi dei ventagli, tra il grazioso affacendarsi delle pezzuole riposte e delle trine spiegazzate che tornavano a stendersi sotto una intelligente carezza.
La mantiglia di Sofia le era scivolata dalle spalle; Bandini gliela rimise, indugiandosi, intanto che ognuno si disponeva alla partenza; e standole vicino colle mani errabonde intorno ai veli, le mormorò all’orecchio: