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— È inutile, so già di che si tratta.

Era nervosa; prese il mazzo e lo collocò dentro a un vaso, dopo aver fiutato a lungo le violette; poi tornò presso all’amica, tentando di ricucire i brandelli della conversazione.

— Che cosa si diceva? Ah! tu mi credi ancora una bambina.... ebbene sono vecchia, vecchia decrepita. Dio che mondo stupido! Pensare che noi tutte si cresce nella speranza di un amore unico, immenso, potente, eterno; che a questa chimera dedichiamo il meglio delle nostre aspirazioni e che alla fine; tutte, qual più.... qual meno.... ci tocca prendere due o tre corteggiatori per compensarci dell’amore che non c’è.

Questa sfuriata improvvisa, abbastanza singolare e senza dubbio fuor di proposito, terminò di lumeggiare Sofia. L’amica concluse che aveva fatto bene a venire; si soffriva in quella casa. Compresse un leggero turbamento e mostrando solo affettuosa sollecitudine, disse con accento calmo e grave: