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rini di buona volontà. Sofia aveva voluto che la sua festicciuola fosse semplice e geniale, con poco lusso e molto buon umore. Prima dell’arrivo degli invitati, già bella e vestita col suo abito color fragola, si portò in giro per le sale il bambino, mostrandogli i lumi accesi, i fiori, i bicchieri lucenti sulle guantiere verniciate, facendogli assaggiare qualche chicca.
Il dottore la sorprese in queste espansioni materne e la consigliò, in base all’igiene, di mettere a letto il marmocchio.
Venne seconda la Elvira Bonamore, col cugino e con due o tre giovani reclute; poi Nina Menni, il maggiore in ritiro, scortato da un sottotenente in piena attività; alcuni allievi del professore, senza peli al mento, ma coi garretti a tutta prova; un pajo di ragazze stagionate, una bimba di quindici anni, brutta, con una mamma di trentacinque bellissima. Una quarantina di persone in tutto.
L’elegante Guidobelli fu l’ultima a comparire