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volte nelle cortine dell’alcova matrimoniale, nel bianco velo sparso di fior d’aranci, seguite dalla turba degli amanti discreti e prudenti.

In un momento di chiaroveggenza quasi magnetica, Maria scorgeva i misteri di tutte quelle finestre chiuse; i mille misteri risolventisi in uno solo, antico come il mondo, eterno come la giovinezza; il mistero delle città e delle selve, dell’uomo e della natura, il solo perchè dell’universo. — E dal fondo delle viscere le sorgeva una violenta protesta contro i rigidi principi che inceppavano il suo amore.

— Eccomi — mormorava colle braccia tese nell’oscurità, coll’occhio fisso sul punto luminoso — sono donna e ti amo; vengo a te.

Sì, sì, vengo — continuava, a dire a bassa voce movendo appena le labbra — aspettami Emanuele, mio amore, mia gioja, dolor mio.

Si mosse come una sonnambula, a passi brevi e tremanti, sentendosi paralizzata dalle anche in giù e tutto il corpo diaccio. Si fermò un mi-