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dirgli: «Prendimi, voglio farti felice, tu che non sapesti esserlo mai.» L’amava tanto più ora che lo aveva fatto soffrire, ora che aveva veduto le sue lagrime; sentiva che le apparteneva come amante, come schiavo, come povero. Era cosa sua e lo voleva.

Tutte le ripugnanze di qualche giorno addietro cadevano ad una ad una. Era come il neofita di una religione nuova che ripudia valorosamente le antiche superstizioni. Dal momento che comprendeva, dal momento che amava, nulla doveva nè sorprenderla, nè arrestarla.

La sua fantasia ed i suoi sensi, che avevano conservato nel matrimonio quasi una castità, si trovavano improvvisamente senza veli, e questa nudità che il soffio dell’amore santificava, non era oscena; prendeva anzi ai suoi occhi una imponenza grandiosa di bellezza veramente umana.

Ma se alti erano i pensieri di quell’amore, finchè Maria vi si abbandonava nelle solitarie ebbrezze della sua stanza, nella pratica giornaliera incontrava urti violenti che la atterrivano.