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Si guardarono maliziosamente, cogli occhi soc chiusi; la presenza di Maria fu ancora quella che li fece diventare serii.

— Ne riparleremo — concluse Sofia.

Due giorni dopo, la gita era combinata. Alla mattina del terzo, per tempissimo, il dottore, la signora Guidobelli, la signora Bonamore col cugino, qualche altra persona, tutti bene equipaggiati e in arnese da campagna, erano riuniti nel salotto: Sofia comparve, vestita di panno turchino, col corpetto aperto sopra un giustacuore rosso scarlatto, con una penna rossa nei cappello e i guanti scamosciati che le salivano fino al gomito.

Fu accolta con un urrà. Anche Maria, naturalmente, era della partita. Emanuele fino dalla sera aveva detto di non voler saperne, ma al momento di mettersi in moto venne lui pure, serio, impettito, con un soprabito grigio sul braccio.

— Non ha un aspetto molto gajo tuo marito — susurrò la Bonamore all’orecchio di Sofia.