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mondo e metterlo ai vostri piedi. Ohimè, Maria, il mio cuore è consunto, i miei capelli diventano bianchi.... Perdonate il male che vi ho fatto e amatemi, se non potete per amore, almeno per pietà.»

Questa volta Maria si accinse a rispondergli una lettera affettuosa e ragionata, una lettera calma da persona educata e gentile. Aveva cento buoni argomenti per persuaderlo a desistere da quella frenesia; gli ricordava le sue stesse frasi di altri tempi, quando egli parlava non da innamorato ma da filosofo; accennava brevemente a Sofia e chiudeva assicurandolo che gli aveva perdonato, ma che amarlo non poteva più.

Rileggendo la lettera, che era riuscita di quattro pagine, le parve troppo lunga; e poi non le piaceva l’allusione a Sofia; la stracciò in tanti piccoli pezzettini, ripromettendosi di scriverne una seconda più corretta; e difatti ci pensò per un po’ di tempo, col desiderio di trovare delle frasi incisive come quelle di Emanuele.