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— Ci sono avvezza — rispose Sofia, colla voce smorzata dall’asciugamani che si faceva scorrere rapidamente sul collo.

Poi si incipriò, mise un po’ di rosso sulle labbra, si guardò le unghie, infilò al disopra della camicia un corpetto di batista ricamata e tornò in letto, rannicchiandosi come una gattina.

Il dottore venne subito dopo. Era un uomo di mezza età, tinto, azzimato, con una barbetta da Mefistofele. Egli curava esclusivamente le signore e, diceva la fama, sapeva approfittarne.

Sofia civettò un poco con lui abbandonandogli, il braccio, invitandolo a sentire le pulsazioni del cuore attraverso la sottile batista del corpetto.

Di nuovo Maria voleva allontanarsi; di nuovo Sofia la trattenne.

Intanto la cameriera che aveva introdotto il dottore, era andata ad avvertire Emanuele. Egli venne, così pallido, che Maria ne restò alquanto impressionata.

— Badiamo, professore — disse il medico sor-