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deva ancora in lui, quando avrebbe potuto piangerlo! Ma no; viveva e per una crudele ironia diceva adesso di amarla come non l’aveva amata mai.

Tutto questo le sembrava enorme.

Colle mani si era coperta la faccia. Da pochi momenti Emanuele aveva tenuto quelle mani fra le sue e anche questo le faceva ribrezzo; le allontanò, fregandole sul vestito, pensando nuovamente al tempo passato, quando le accadeva di baciarsele perchè Emanuele le aveva strette. E il ribrezzo, coi ricordi, le si comunicò a tutta la persona, misto a un senso di sdegno contro sè stessa, quasi di rabbia per aver tributato tanto culto a un idolo così meschino; finchè vinta dal disgusto, con un bisogno immenso di dimenticare, si gettò sul letto e dormì di un sonno pesante che assomigliava ad un letargo.

All’indomani si destò nelle stesse condizioni di spirito; ma più calma. Era come se avesse subito una operazione; le mancava qualche cosa, ma non soffriva più.