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l’avrebbe rinnegata, se Bandini fosse stato il più forte.

Ora, tentando la voluttà del rimorso, Sofia ne ricavava tutto ciò che poteva ricavarne di effetti nuovi, di sensazioni pungenti. Sussultava ad ogni rumore, aveva dei brividi, dei sospiri interrotti. Rileggeva in quei giorni la Parisina, l’Ermengarda, Portia, tutte le storie truci di donne adultere — le leggeva raggomitolata sul divanuccio basso del gabinetto verdemare, coi trasparenti abbassati sulle cortine rosa delle finestre, immersa in un languore pizzicante, pieno di visioni.

Il suo piacere maggiore era quello di immaginarsi che fosse veramente caduta; inventava il luogo, il come e il quando. Alfredo le avrebbe detto così e così — ella avrebbe risposto così e così. Chiudeva gli occhi e sentiva nel collo l’alito caldo di Bandini. Si immergeva in quel voluttuoso corrompimento della fantasia fino ad averne le vertigini, e poi saltava in piedi, colle braccia levate, gridando: Sono pura! Sono pura!