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Ora vedeva uno scopo, una via tracciata. Scosse gli ultimi avanzi delle sue memorie, diede gli ultimi sospiri al suo amore perduto e concentrò tutti i suoi pensieri sull’amica.

Forte di questa missione le parve anche di poter affrontare con maggior sicurezza lo sguardo di Emanuele. Decisamente tutto era finito tra loro due.

Non retrocesse e non tremò, quando mezz’ora dopo, sollevando la portiera del salotto, udì la voce calma del professore che diceva:

— Mia moglie è arrivata or ora dall’aver visitato il bambino.

L’interlocutrice di Emanuele era la signora Bonamore.

Fatta la presentazione, Maria sedette accanto alla signora, ed il padrone di casa terminò la frase scusando Sofia che si faceva aspettare. Egli aveva dei modi gentili, di una freddezza dolce che era eguale per tutti, una fisionomia poco mobile, che tradiva difficilmente le sensazioni.