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64 | il libro di mio figlio |
dane, ingegni da salotto, rivenduglioli dello spirito e della scienza altrui.
Ammiro l’indulgenza, essa è la virtù dei grandi e dei puri.
Vi è però una specie di indulgenza che sembra bontà e non è altro che debolezza ed accidia; l’indulgenza che assolve tutto senza esaminare, senza discutere, che si mostra facilmente caritatevole per evitarsi la noia di essere giusta; manica larga che ricopre egualmente il galantuomo ed il briccone colla ragione speciosa che siamo tutti fratelli.
Mettiamo in una società, in una famiglia un terzo solo di persone siffattamente indulgenti e che cosa diventerà quella società, quella famiglia? Indulgenza si vuole, ma non cieca, non pigra, sopratutto non complice.