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il libro di mio figlio 63


sibile. Non prende parte agli scherzi, ai motti di una società allegra, è senza spirito. Non accenna a commuoversi al racconto di una sventura, è senza cuore.

Ragionando in tal modo limitato, non si tien conto dell’orgoglio, dello sdegno, della noia, della timidezza, della preoccupazione; tutte cause validissime, capaci in date circostanze di far parere cretino Dante Alighieri e spietato san Francesco di Paola.

Questi giudizi avventati provengono da leggerezza e dall’abitudine che si ha giudicando gli altri, di non riportarsi mai a sè stessi, di non fare esami di coscienza, mentre l’uomo saggio dovrebbe a tutte le ore mirarsi nella propria coscienza come dentro a uno specchio e non imitare le donne vane, che fatte vecchie non tengono più specchi intorno.

Io ho sempre trovato un po’ d’indulgenza per coloro che in una società vengono qualificati per imbecilli, rifacendomi poi, non lo nego, sopra una quantità di gloriole mon-