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60 | il libro di mio figlio |
È in tale ginnastica, la più nobile per il cervello umano che troverai la tua via e sovr’essa imprimerai sicuro il passo.
Prendiamo un esempio che valga a dimostrare meglio le mie osservazioni sul temperamento.
Agostino, nato a Tagaste in Africa, era un bellissimo giovane, nobile, pieno d’ingegno, di foga e di ardore. La scienza e l’amore lo trascinavano egualmente, tal che egli si ammaestrò in tutto lo scibile permesso a quei tempi (354-430) e lasciò pure scritto nelle Confessioni: «Quello ch’io volevo, quello ch’io cercavo era d’amare e di essere amato.» Desiderio che fu ampiamente esaudito; come trovò ristoro la sua sete di imparare nelle scuole di Madaura, di Cartagine, di Roma, tra Cicerone e Platone, fra le teorie del Cristianesimo e quelle dei Manichei.
Ma temperamento straordinariamente appassionato, insaziabile di ideale, mobile, nervoso, multiforme, nè gli amori, nè i viaggi,