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52 | il libro di mio figlio |
La necessità di nascondere in certi casi, quello che si pensa, mi si presentò per la prima volta evidentissima in una circostanza che ti voglio raccontare, onde chiarir meglio il mio ragionamento.
Ero giovane affatto, forse ancora nella adolescenza, quando frequentavo la casa di una ricca signora che era stata molto elegante e che dall’abitudine dell’alta società conservava i modi i più attraenti.
Mi voleva bene, mi usava infinite gentilezze; i giorni passati da lei erano per me giorni di festa; li ricordo ancora con dolcezza. Una volta trovai sul tavolino della mia nobile amica l’almanacco di Gotha e mi posi a sfogliarlo, fermandomi sopra i ritratti di due principesse di cui ora non saprei ricordare il nome. La signora, che guardava al disopra della mia testa, additò improvvi-