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il libro di mio figlio 41

Si sente spesso citare il fatto di uno che impazzisce in seguito ad una sventura, che muore disperato o che si suicida. Ma queste non sono prove contro il dolore.

Nessuna sventura può far girare la testa a chi l’ha saldamente attaccata alle spalle. Niobe non si è suicidata e Respha ha difeso fino agli estremi ritta e forte i cadaveri dei suoi figli minacciati dagli avoltoi.

Questi miti della favola antica, come il principio di tutte le religioni del mondo, si appoggiano ad una profonda esperienza realista.

Chi diventa matto, qualunque sia la causa apparente, è perchè sortì nascendo il cervello di un matto; lo stesso dicasi del suicida.

Il Fattore del mondo, dando all’uomo il dolore, gli ha pur dato la facoltà di sopportarlo.