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38 il libro di mio figlio


della notte, tra i ghiacci minacciosi, giocando la vita ad ogni passo, i modesti eroi dell’amore raggiungono i morenti e li salvano.

Che cosa dobbiamo concludere? Che la forza vitale c’è, che in mezzo al putridume egoistico una vena di sangue generoso scorre ancora.

E piccola, è scarsa, ma deve bastare alla nostra fede. Un solo lembo di terra scoperto da lontano ridonò le forze ai compagni dell’audace genovese, che proseguirono animosi e trovarono un mondo.


Giunti a questo punto m’arresto un istante e ti chiedo: figlio mio sai soffrire?

Avendo deliberatamente bandite da questo libriccino le citazioni poetiche, do però posto ad una che vorrei vedere scritta su tutte le case abitate dagli uomini: