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34 | il libro di mio figlio |
morire egli stesso per amore de’ suoi simili, le turbe meravigliate lo adorarono chiamandolo Dio.
Quelle turbe passarono, ed altre ne vennero tramandandosi la leggenda dell’uomo divino; ne fecero una religione, crearono dogmi, si ebbero guerre, odi, martiri ed eroi. Nessuno dopo Cristo ha mai dimostrato coi fatti che il progresso doveva consistere nella imitazione di quel sublime altruismo.
Ed ora, dal cuore di questo vecchio mondo si alza più che mai bisognoso, più che mai ardente e terribile il grido dell’umanità mistificata. Siamo fratelli! non vogliamo più vessilli, nè parole sonanti, nè cieli lontani, nè sterili lagrime. Dateci l’amore.
Oh! non l’amore volgare del pezzo di pane sbattuto sul viso, della colletta pubblicata sui giornali; ma l’amore vero, umano, il grande amore che corra qual soffio simpatico dalla reggia al tugurio, che sollevi dai solchi il contadino abbrutito, che unisca l’ingegno al denaro, la forza al