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il libro di mio figlio 29


bicchiere davanti, si intenerisce ai disastri di una spedizione polare. Positivamente si intenerisce.

La sua piccola immaginazione gli rizza davanti una folla di pericoli e di sofferenze che avrebbero potuto, Dio guardi, toccare a lui stesso; e si agita, e versa qualche lagrimuccia, esclamando: «soffro troppo, soffro troppo!» finchè, getta via il giornale, tracanna il contenuto del bicchiere, adagiandosi pian piano, solleticato dalla morbidezza della poltrona, chiudendo gli occhi a un sonnellino benefico.

Che cuore sensibile! si dice intorno a lui.

Costui è un egoista di tre cotte. Egli non farebbe un passo per nessuno; ma è un egoista sorridente, inoffensivo, senza nervi e senza malizia e tutte queste qualità negative lo circondano di un piccolo nimbo serafico, nel quale egli si compiace, come un santacchione canonizzato in buona fede dall’ignoranza di chi lo circonda.

Noi vogliamo una bontà più intelligente