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il libro di mio figlio 11


mente questo dovere, non si avrebbe la curiosa contraddizione che, mentre nel giudicare gli altri, la nostra opinione ci sembra inappellabile, quando si tratta di portar giudizio sopra noi stessi ce ne rimettiamo facilmente al parere altrui, tenendoci da molto da poco secondo che ci voglion fare.

Se ci stimassimo in noi e per noi avremmo minore smania di apparire gentili, puliti, culti, e maggiore cura di esserlo.

Infine, preferendo il verdetto del prossimo al nostro, noi ci diamo una tacita patente di imbecilli.

Se si deve — e si deve senza dubbio — rispettare l’opinione di tutti, perchè non incominciamo da noi stessi? Questa è la sola via aperta a quel nobilissimo sentimento umano che è la dignità; sentimento per cui anche cadendo, l’uomo superiore non si degrada mai e porta fin nei luoghi più turpi, fin nelle carceri e sul patibolo la continua presenza di sè stesso a sè stesso.