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parole gentili. Minna corse a rifugiarsi nella sua camera, ebbra di gioia. Alla sera sul balcone si ritrovarono.

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L’estate passò rapidamente. Gli amici di Cònsolo lo sollecitavano a cambiar casa; egli si mostrava indeciso. Aveva dei progetti in mente non ancora ben definiti; uomo di studio e di abitudini semplici non concedeva alcuna importanza nè alle apparenze nè ai materiali vantaggi. Si sarebbe adattato a vivere da asceta in un deserto pur che il suo sogno di conquista potesse diventare realtà, ma cambiar casa a quale scopo? Lo avrebbe fatto nella sola ipotesi che l’incidente de’ suoi rapporti con Minna avesse minacciato la sua indipendenza; ma la docilità della fanciulla ad accettare il fatto compiuto senza recriminazioni e senza accuse lo liberava da ogni noia così come di ogni rimorso.

Di tutto ciò che era accaduto egli non si sentiva responsabile. Non lo aveva provocato ella stessa? In fondo non trattavasi altro che di una di quelle buone fortune come ne càpitano facilmente ai giovani. Còn-