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che smaniava nel desiderio del volo si arrestò. Disse appena:
— Sai che ha vinto un gran premio?
— Che premio?
Minna accennò colla mano la camera attigua.
— I1 signor Cònsolo?
— Lui.
— Ce n’è dei fortunati! A noi queste cose non càpitano.
Minna si pentì subito della confidenza e ricacciò di nuovo in fondo al cuore la sua gioia, il suo dolore, le sue speranze.
Meglio la confortava il lavoro. Quando era stato per lei il momento di scegliere un mezzo che potesse aiutarla a vivere, la meschina consigliera che le stava ai fianchi non aveva saputo trovare niente di meglio, per non degradarsi diceva lei, che l’insegnamento. Ma Minna che della scuola conservava il ricordo di infinite noie e di inenarrabili tristezze vi si era opposta con una resistenza muta dove la sua volontà non ebbe neppure bisogno di agire perchè il caso stesso accorse in sua difesa. Mediocre scolara non fu ritenuta abile agli esami e da