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Abbandonata sovra una seggiolina accanto al suo letto, colla fronte appena riversa contro il guanciale, le braccia rilasciate lungo il grembo, fisse ad arco le palpebre, come è proprio di coloro che contemplano una voragine, Minna stette fin che la luce importuna del sole entrò a riscuoterla.

Sorse allora con un moto lento congiungendo le mani e sollevandole fino ad appoggiarne il dosso sovra gli occhi dove le tenne un istante premendo fortemente, poi di scatto le disgiunse; e solamente allora una piccola lagrima amara le punse l’orlo delle palpebre, rimpianto soffocato di ciò che non era più.

Affacciandosi alla nuova vita, a quella pagina del suo destino che un soffio d’uragano aveva bruscamente voltata, Minna non sentì il peso del suo segreto. Poichè nessuno al mondo era mai penetrato nel suo cuore e non aveva nè famiglia nè amiche