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Un sonno breve e profondo restituì a Filippo la piena signoria dei suoi nervi. Balzato in piedi col primo sole si vestì rapidamente senza far rumore e gettati in una sacca da viaggio alcuni piccoli oggetti uscì fuori che la casa era ancora tutta immersa nel sonno.
L’idea di andare subito a trovare sua madre gli era maturata intanto che si vestiva per un violento bisogno di moto, di aria, di libertà; quella specie di fuga nelle ore fresche del mattino lo eccitava piacevolmente.
Aveva preso il Naviglio a sinistra per portarsi senz’indugio alla Stazione Centrale e camminando di buon passo respirava con delizia l’aria non ancora contaminata dalle mille esalazioni cittadine.
I giardinetti lungo il canale apparivano freschi di rugiada, animati dal pigolio delle rondini, con una leggiadria giovanile di fronte