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— La sua pelle sembra una foglia di rosa.

Minna ritirò il braccio prontamente, ma una dolce vertigine la teneva inchiodata sul posto; piacere, timore, estasi e insieme soggezione annegavano la sua volontà in una non mai provata ebbrezza.

Ti ama, ti ama, ti ama„ suggeriva il Demonio tentatore a Filippo.

— Guardi l’Orsa come brilla! Non da quella parte, no, non la conosce? Non sa dov’è l’Orsa?

Minna accennò negativamente col capo.

— Vedo che dovrò insegnarle un po’ di topografia celeste. Da brava, guardi dove guardo io.

La voce di Filippo suonava ferma e nondimeno egli non era già più padrone di sè stesso. La mollezza della notte, il silenzio delle case e dei giardini addormentati, l’acqua del canale nella quale tremolavano i riflessi dei lampioni con un languore di pupille che il desiderio irrora, formavano una cornice diabolicamente suggestiva alla inconscia seduzione della fanciulla che si offriva nella grandezza stessa della propria innocenza, indifesa contro il pericolo.