Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 28 — |
— Ah! ma è appunto nel tempo ch’io l’ho conosciuta.
— Davvero? Ella mi conosce?
— Credo.
Filippo dava le spalle alla luce sì che il suo volto rimaneva nell’ombra e non ne apparve il sottil riso.
La fanciulla invece, sempre in piedi sulla soglia della sua camera, era tutta rischiarata dalla luna che sulla fronte giovanile e sul lieve abito bianco sembrava mettere un velo d’argento. Filippo le prese una mano un po’ in alto, intorno al polso, e fu sorpreso dalla straordinaria morbidezza della pelle.
— Allora, poichè ella mi conosce, mi permetterà di volerla conoscere anch’io. Come si chiama?
— Minna.
— Minna! Non è la prima volta che odo questo nome; probabilmente quando sua madre la chiama.
— Non ho madre, — interruppe la fanciulla.
— Già, già, sono cose che dovrei sapere, ma la verità è che non avremmo potuto vivere