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— Ah! ma è appunto nel tempo ch’io l’ho conosciuta.

— Davvero? Ella mi conosce?

— Credo.

Filippo dava le spalle alla luce sì che il suo volto rimaneva nell’ombra e non ne apparve il sottil riso.

La fanciulla invece, sempre in piedi sulla soglia della sua camera, era tutta rischiarata dalla luna che sulla fronte giovanile e sul lieve abito bianco sembrava mettere un velo d’argento. Filippo le prese una mano un po’ in alto, intorno al polso e fu sorpreso dalla straordinaria morbidezza della pelle.

— Allora, poichè ella mi conosce, mi permetterà di volerla conoscere anch’io. Come si chiama?

— Minna.

— Minna! Non è la prima volta che odo questo nome; probabilmente quando sua madre la chiama.

— Non ho madre, — interruppe la fanciulla.

— Già, già, sono cose che dovrei sapere, ma la verità è che non avremmo potuto vivere