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Era però molto giovane e nulla di spiacevole si rivelava all’esame della esile persona, del volto piccolo, quasi immaturo, un po’ sofferente e chiuso come per abitudine di guardare dentro di sè, come certi bòccioli tardivi che si schiudono troppo lentamente sì che il sole ne scolorisce i petali prima ancora che avvenga la piena fioritura.

— Non vedo bene che cosa le dovrei perdonare, — disse Filippo.

— Fui molto indiscreta, — mormorò la fanciulla.

Filippo alzò le spalle.

— Ma lei forse non sa, non ha forse mai provato che cosa vuol dire per un cieco vedere la luce, per un assetato trovare una fonte! Quante volte mentre lei, qui su questo balcone, discuteva co’ suoi amici non supponendo neppure la mia esistenza, io l’ascoltavo nascosta nella mia camera e mi sembrava ad ogni volta che fitti veli si squarciassero intorno a me! Non so spiegarmi meglio. Ma per questa gioia, per il bene ch’ella mi ha fatto, lasci che la ringrazi!