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dietro a lui, sul balcone, tra la finestra della sua camera ed una seconda finestra che si apriva pure sul balcone.

La sorpresa di Filippo fu abbastanza forte, non troppo tuttavia, riconoscendo nella improvvisa apparizione, cui l’ora tarda della notte conferiva un trepido mistero, la fanciulla che da un anno viveva nella medesima casa, muro a muro, e della quale egli non si era mai occupato. Con piena ragione aveva detto poco prima a Daisini che gli era quasi ignoto il volto delle sue padrone di casa. Sapeva vagamente che erano due, una vecchia e l’altra giovane, ma se colla vecchia scambiava le parole indispensabili, della giovane ignorava anche la voce.

Dolcissima e profonda quella voce gli si rivelò allora, pronunciando tutta tremante:

— Oh! Signor Cònsolo, come sono felice!

Per un istante Filippo rimase muto. Non comprendeva il perchè di quella dichiarazione abbastanza sciocca, nè della presenza della fanciulla a quell’ora, in quel posto, quasi alla soglia della sua camera. Avvezzo ad una vita di studi austeri aveva poca pratica delle donne e nella loro compagnia gli