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Stello a bassa voce benchè Filippo non fosse più in grado di udire.

— Minna accennò negativamente col capo.

Il silenzio si distese lugubre e solenne proclamando il trionfo della morte sulla vita, più eloquente di qualsiasi grido, più tragico di qualsiasi lotta.

Il silenzio, cioè la rassegnazione, l’impotenza, il nulla.

Per un po’ di tempo il respiro affannoso dell’uomo che moriva battè l’aria con un palpito d’ala invisibile, poi anche quello cessò. Filippo Cònsolo, il suo ingegno, la sua forza, la sua ambizione, il suo orgoglio, non erano più.

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Il medico accorso per verificare il decesso scoperse il petto di Filippo e mostrò a Minna alcune piccole macchie rosse mormorando: Le riconosce?

— Scarlattina! — esclamò Minna, mentre l’urto di sensazioni diverse le suscitavano in cuore terrore e pietà e l’immagine di suo figlio scampato dallo stesso morbo la faceva palpitare per la commozione.

Rapidamente intanto si diffuse la voce che