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dell’Arcivescovado, piazza Fontana e via Alciato si trovarono subito nel centro del Verziere.

Era stata giornata di magro e un odore di pesce perdurava intorno ai banchi.

— Ora che sei un uomo celebre, — disse Daisini a Filippo Cònsolo — ti cercherai probabilmente un alloggio migliore.

— Non saprei; ho una camera grande, con aria, luce, piena libertà; del resto, sto così poco in casa e così poco me ne importa! La casa è buona per le donne. Quando venni a Milano mi furono raccomandate le due donne presso cui abito; mia madre stessa se ne interessò; sembra sieno persone decadute, ma a dirti il vero non so nemmeno che faccia abbiano. Se mi deciderò a cambiare mi dirigerai tu. Sono faccende alle quali non capisco nulla.

Guido Pesaro soggiunse:

— A me questi luoghi non dispiacciono. È un cantuccio sopravvissuto alla distruzione di Milano vecchia. Pensate che quella immagine che sta quasi all’angolo di via della Cerva ha visto le esecuzioni dei nobili al tempo dei Visconti.