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degli altri. L’uomo che noi appoggeremo non è necessario che sia un dotto; anzi meglio è se uscito dalle viscere del popolo avrà conosciuto l’aspro lavoro quotidiano, e più che le dottrine imparaticcie si possa ammi¬rare in lui l’indipendenza del carattere e quella alta coscienza che di fronte agli urgenti problemi umanitari sia disposta a immolare ogni suo orgoglio, ogni suo egoismo, rispondendo così alla fiducia che gli elettori riporranno in lui.

« E’ il celebre professore quest’uomo? Ripetiamo di no. Costui appartiene alla categoria degli idealisti a freddo, cerebri senza cuore o aventi il cuore di Prometeo eternamente roso da un orgoglio sterile, utili qualche volta come allenatori e suscitatori di entusiasmi, ma incapaci essi di dare un solo palpito di sè stessi agli altri uomini ».

Intanto che leggeva, Minna si sentiva affocare le guancie. Il ritratto buttato giù con mano rude e pesante era tuttavia di una somiglianza che non poteva sfuggire a nessuno. Che cosa ne aveva pensato Filippo?...