Pagina:Neera - Duello d'anime, Milano, Treves, 1911.djvu/256


— 244 —

bello avesse guardato ad una finestra dell’appartamento di Cònsolo la giovane madre affacciata, china amorosamente sul fanciullo che le domandava questa o quella spiegazione, e sullo sfondo della tappezzeria elegante proiettarsi a tratti l’austero profilo dell’uomo celebre poteva ragionevolmente pensare: ecco una famiglia felice.

Minna sola aveva il segreto di questa calma apparente, ella sola ne conosceva l’amaro prezzo d’onde veniva alla sua fronte quel raggio di divina malinconia, suggello che la vita imprime a tutti coloro che ne spremettero l’inebbriante veleno e non ne morirono ma ne serbano sul volto come un riflesso di stupore, come l’ombra della gran luce che la sofferenza quando è fortemente sopportata accende nelle anime con una pienezza intensiva dell’essere, con un senso della realtà per cui lo stesso dolore non appare più quale contrasto della gioia, sì bene parte integrante e indivisibile di una esistenza intera.

Erano giorni torbidi. Una improvvisa caduta del Ministero riapriva le elezioni dopo poco più di un anno dacchè le avevano