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di que’ giovani baldi e sicuri che gli correvano innanzi agitando follemente la fiaccola dell’entusiasmo che in lui era già fatta fumosa e bassa rimoveva dolorosamente negli strati più profondi del suo essere l’immagine della divina giovinezza fuggita per sempre. Con altre energie volitive, con altra disciplina morale, il suo ingegno veramente grande avrebbe potuto svilupparsi in opere di primo ordine. Ma troppo debole per sorreggere il proprio ideale la statua aveva sprofondato il piedestallo. Egli era nulla più che un vinto.

— Conosci l’ultima avventura di Pesaro? — disse l’Agrati senza rispondere direttamente alla osservazione di Daisini. — Accorso l’altro giorno al capezzale di un amico per confortarlo e sorreggerlo alla vigilia di farsi trapanare il cranio...

Forse il Montanini?

— Precisamente lui. Figurati che era in cura del celeberrimo... lasciamo stare il nome. Dunque Pesaro va a confortare Montanini in procinto di farsi trapanare il cranio per un male ignoto che lo tormentava da tanto tempo. Il celeberrimo... X lo aveva persuaso che non vi era altro modo di