Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 223 — |
— Ah! sei tu Agrati? — esclamò Pesaro voltando il capo — non credevo che saresti venuto.
— Tre cose sono sacre, — dichiarò Marco Agrati — il danaro, la digestione e la parola data.
— Anche l’amicizia.
— Ma che! Amico, nemico, sono due faccie della stessa cosa. Oggi mi stai davanti e ti chiamo amico, domani a tergo non mi curerò più di te.
— Grazie — rispose ridendo Guido Pesaro a cui era da lungo tempo palese l’ironia amara dell’Agrati.
Intanto la sala si era riempita di gente che a poco a poco scambiandosi dei complimenti, cedendosi il passo con dei scusi, pardon, la prego, andava prendendo posto intorno alla tavola. A Minna toccò di avere alla sua destra l’Agrati; a sinistra un signore che non conosceva. Filippo si trovava quasi al centro della tavola, vicino a Daisini. Minna lo scorgeva attraverso una diagonale in mezzo alla quale ondeggiava rilucente di fresco oro la bionda testa della