Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 195 - |
ostacolo la mutata opinione di Minna sul valore vero di suo marito poichè ella si era fatta un dovere di conservarne alto il prestigio fedele all’ideale di lui se pure lui vi aveva mancato. Era anzi questo per il momento il suo maggior dovere; e come sempre avviene che lo spirito innalzandosi si soddisfa trovava in esso consolazione e forza per proseguire.
Aveva letto in un antico mito che “sul vertice di una montagna inaccessibile stava ritto fra i ghiacci e sotto il furore dell’aquilone (portata lassù da mani ignote) un’urna di marmo nero. Nessuno dei valligiani vi si era mai accostato perchè la tradizione diceva che quella fosse l’urna del Mistero, inviolabile e sacra. Guai a chi l’avesse tocca!
“Da innumeri secoli, per lunghe generazioni gli uomini la adoravano in silenzio riportando da quel culto dove ognuno svolgeva la parte migliore di sè i più nobili impulsi. Bastava che si accennasse all’urna del Mistero perchè i tristi si ravvedessero e molti in pericolo di cadere tornassero sulla buona via.
“Gli afflitti si confortavano pensando che