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Filippo se ne accorgesse’? E il ritorno così faticoso, per quelle vie interminabili...
Un nuovo sospetto attraversò la mente di Minna. Certo egli lo aveva fatto apposta, per stancarla, per sfinirla, colla speranza sinistra di sopprimere il disgraziato frutto di un legame che gli era già divenuto odioso. Ah! quello sguardo fisso, ostinato, quello sguardo che sembrò allora comandare ciò che il labbro non osava, quello era lo sguardo di un nemico.
Giunta per la logica dei fatti a tale spietata affermazione, Minna la accolse col gesto risoluto del guerriero che si strappa la lama dalla ferita e pensò che se Filippo era il maroso che investe e atterra ogni ostacolo, ella poteva ben essere la roccia che nulla può rimuovere.
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Colla conquista della propria coscienza Minna si trovò forte di una nuova gioia. Non era più la gioia di prosternarsi schiava d’amore dinanzi a un simulacro di perfezione; era la gioia più attiva e più nobile