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da silenzi che si collegavano tra loro affluendo ai recessi della sua memoria con una ridda diabolica di scherno, ella sentì la profondità dell’insulto come un colpo rapido e mortale, come se ognuna di quelle piccole punte, di quelle piccole fitte che aveva sopportate in silenzio si fossero riunite a formare un terribile fendente e le fosse questo calato improvviso sul cuore.

Ora vedeva con grande chiarezza la sua miseria; ma non era già essa completa fin dalla triste sera in cui Filippo l’aveva accompagnata fuori di casa, in quel grigio crepuscolo invernale lungo il Naviglio volgente le acque torbide, gonfie della molta neve caduta, quasi livido sotto la luce verdognola dei fanali che si accendevano boccheggianti sotto le raffiche diaccie? Non aveva allora palpitante d’orrore rasentato il muro dove si apriva una volta la Ruota per i fanciulli abbandonati, ella che già sentiva agitarsi in grembo il figlio del suo disonore?

E quella uggiosa stanza di trattore dalla tappezzeria rossa a fiori gialli, con quell’odore nauseabondo di tabacco e di cavoli bruciati, dove si era trovata tanto male senza che