Pagina:Neera - Duello d'anime, Milano, Treves, 1911.djvu/215


— 195 -

troppo forte al disdegno di Filippo perchè egli non vi si ostinasse come dinanzi ad un ostacolo ribelle al suo volere. Ubbriacato di vanità maschile scendeva a rappresaglie meschine che andavano al punto di godere, e non nascondere il suo godimento, quando Minna cadeva in qualche piccolo errore o innocentemente confessava le lacune della sua istruzione. Una volta in cui il bambino essendosi ferito con un balocco si pose a percuoterlo per sfogo di vendetta puerile, Minna ebbe la percezione esatta del risentimento che ispirava la condotta di Cònsolo a suo riguardo. Così egli faceva con lei, acciecato da un odio che gli riusciva incomprensibile, che sembrava acuirsi di giorno in giorno per un misterioso processo di fermentazione del quale le sfuggiva la causa.

Un raggio improvviso le venne da un discorso tenuto una sera in sua presenza. Si era in piena febbre elettorale. Gli amici intorno a Cònsolo discutevano animatamente; egli fingeva di non interessarsi troppo alla propria elezione; ma il pallore delle sue guancie volgendo in certi momenti all’azzurro livido tradiva un sussulto represso