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tezza che la felicità dell’amore quale l’aveva intravveduta nella sua anima teneramente femminile, sperata fino a pochi giorni innanzi, le sfuggiva inesorabilmente.

Comunque fossero i sentimenti di Filippo a suo riguardo, ella non osava ancora precisarli, c’era fra loro un abisso che la dedizione di un’intera vita non sarebbe bastata a colmare.

— Filippo! — aveva esclamato una sera cadendogli davanti in ginocchio con un supremo slancio d’amore — ho sete dell’anima tua. Io non ti comprendo; parlami!

Ed egli si era messo a ridere con sì crudele sarcasmo da comunicarle l’impressione materiale dello spazio che li separava.

Allora veramente un impeto di rivolta aveva scosso il petto di Minna; lo aveva scosso senza che un grido di protesta o di dolore giungesse alle sue labbra perchè un sentimento più forte del dolore, più forte dell’amore, un sentimento nuovissimo, limpido, impetuoso, intero, balzò dal fondo della sua coscienza e la portò in alto sottraendola all’insulto. Accoglieva alla fine, lei così modesta, il nobile orgoglio di sentirsi l’a-