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E non solo ritrosia provava, ma una commozione, quasi un batticuore, all’idea di ritrovarsi, dopo tanto tempo che non la vedeva più, dinanzi a Minna fatta moglie di Filippo Cònsolo.
Annunciando il suo matrimonio come avvenuto da un pezzo Filippo aveva soggiunto brevemente che lo stato di salute di Minna e il lutto per la morte della di lei compagna lo avevano consigliato ad evitarle allora qualsiasi commozione, compiendo in segreto le nozze e ritirandola a vivere lontana dalla città. Gli amici si guardarono bene dal chiedere di più; ammirarono ancora una volta il generoso disinteresse di Cònsolo e nessuno andò a verificare l’atto di nascita del bambino.
Ora Stello muoveva pieno di deferenza ad augurare il Capo d’anno alla sposa.
Minna lo accolse colla solita semplicità calda e cordiale; tanto lieta, tanto raggiante in volto che gli parve duplicata in bellezza al punto da sentirsene quasi imbarazzato.
— Vede che grazioso appartamento ha saputo trovare Filippo? Io amavo per abitudine il mio vecchio quartiere sul Naviglio