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— Ebbene... forse ci hai pensato qualche volta anche tu. È naturalissimo, infine, un momento o l’altro doveva accadere...
— Che cosa? che cosa?
Filippo si mordeva le labbra in silenzio, gli occhi torbidi e scuri. La madre tremava verga a verga.
— Metti in calma, ti prego.
— Sono calma, parla.
Ancora una pausa, ancora un attimo di invisibile terrore, ancora la sensazione della voragine spalancata... Poi, lentamente, Filippo mormorò:
— Prendo moglie.
No, non era solamente questo. La madre comprese che egli aveva cercato la parola più semplice per non atterrirla, ma che c’era dell’altro. Fu tuttavia con un assoluto dominio su sè stessa che ripetè nel modo più tranquillo che le fu possibile:
— Prendi moglie?
Oh! senza dubbio, infinite volte ella aveva pensato alla ignota rivale che il destino le avrebbe preparata e nessuna ipotesi di bellezza e di fastigio le era mai parsa soverchia alla propria ambizione, a quella di lui.