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— Ma bene, bene fino all’ultimo giorno, quando ti mandai il telegramma.

— Non è ciò — interruppe Filippo con un principio di impazienza. — Intendo dire se hai saputo conservare il segreto sulla tua posizione.

— Non vedo mai nessuno tranne la buona donna che mi presta qualche servizio e che mi ha curata..

— Ti crede vedova?

— Le ho detto che mio marito è lontano...

— Male.

— Che cosa dovevo dire?

— Nulla.

Filippo si era seduto sulla panchina rustica occupata prima da Minna. Ella però non ebbe il coraggio di metterglisi accanto e stava in piedi, titubante, sentendosi invasa dal malessere di quell’equivoco che era tra loro, che voleva sforzarsi a dimenticare nelle sue lunghe giornate di solitudine ma che rinasceva ad ogni colloquio sempre più denso e sempre più amaro.

Era lì, dinanzi a lei, l’uomo che ella aveva tanto amato, che amava ancora; era