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tiva felice nel suo ingenuo cuore questa piccola felicità fioriva di tutte le rose del miracolo.

Non dimenticò di porre nella valigia l’esile quaderno sul quale aveva trascritto i pensieri che l’avevano maggiormente colpita sfogliando i libri di Filippo.

L’ultimo era stato questo: “Lo spettacolo più bello e più virile è quello di un’anima che conquista sè stessa ora per ora„.

Che ne avrebbe pensato Stello? Dopo il lungo colloquio avuto un giorno non le si era più presentata l’opportunità di stare insieme. Due o tre volte appena lo avea visto alla sfuggita, questo discepolo di Filippo, emulo suo di adorazione e di entusiasmo.

Con chi parlerebbe ora di lui?

— Intanto che sei in campagna — avea detto Cònsolo — stabilirò ancora qui il mio domicilio.

Di tale decisione Minna fu lieta, lieta di saperlo in mezzo agli arredi che ella doveva abbandonare, ma che non le sembravano più abbandonati se dovevano servire a Filippo. Ed era forse un passo verso una più intima fusione, verso un assetto defini-